L’opera del profeta Centurie e Presagi fu, nella sua epoca (1555), quello che potrebbe essere un best-seller ai nostri giorni. Se pensiamo che l’arte tipografica era agli arbori, quella diffusione appare insolita (divenne il libro più stampato nei secoli, dopo la Bibbia). Allora Nostradamus rivelò di possedere un fiuto formidabile, un talento giornalistico che espresse nei suoi Almanacchi, fogli antesignani del giornale, sebbene di non facile lettura, riservati per lo più a quella élite di nobili e prelati che sapevano leggere. È chiaro quindi che, una volta pubblicati in soluzione unica i presagi e le profezie di un veggente ormai noto nelle corti europee, ci fosse la corsa al libro per cercare tra le profezie i riferimenti al proprio casato ed al nome del proprio paese, eventualmente coinvolto in futuri conflitti. La figura del veggente non poteva essere diversa per uno che risultava maestro nell’arte di prevedere il futuro. Ed il nome di Nostradamus divenne, da allora, universalmente rinomato come profeta. Il suo linguaggio non era però, alla portata di tutti. Il messaggio contenuto nelle quartine appariva telegrafico, zeppo di doppi sensi, allegorie, riferimenti mitologici, parole sconosciute ed intraducibili per gli stessi francesi. L’origine di un linguaggio universale, di una matrice unica da cui derivassero tutte le lingue: greco, latino, ebraico, ecc., era un argomento molto dibattuto all’epoca. Promotore di tale intuizione era stato un compagno di dispute di Nostradamus, Giulio Cesare Scaligero, che in seguito si imparentò con il veggente, avendone sposato la sorella. In pagine su pagine si accumulavano le idee sul futuro e sui più svariati argomenti che altri avrebbero poi abbondantemente copiato e plagiato. Nostradamus imparò così a tacere, evitando di dover spiegare come poteva disporre di tanto sapere che, agli occhi dei suoi conterranei maliziosi, altro non poteva che essere demoniaco. I pettegolezzi correvano sino a diventare pericolose accuse, che potevano portare il sapiente nelle maglie dell’Inquisizione. Schivo della gente e degli onori, Nostradamus preferiva una vita appartata, chino sui suoi antichi libri per collaudare nuovi termini, nuove parole che sarebbero divenute attuali solo dopo secoli. Nelle profezie di Nostradamus non vi è un palese ordine cronologico, ma una voluta cifratura per ogni quartina: un codice di lettura rimasto oscuro sino ai nostri giorni, salvo per chi sa intendere la lettura del modulo matematico che serve a ristabilire la sequenza dell’Ordine Kronosemantico. La Kronosemantica, o kronofonosemantica, è una parola derivata da tre diverse parole greche: kronos (ordine, tempo), phono (suono), semanio (significo). Il metodo della Kronosemantica si basa infatti sui tre concetti delineati: si deve dare innanzi tutto un ordine cronologico alle quartine e alle altre profezie di Nostradamus; in secondo luogo si esaminano i suoni, la fonetica delle parole impiegate; quindi si cerca il significato (semantica) di tali parole in tutte le lingue note, soprattutto in quelle indo-europee, che furono le meglio conosciute da Nostradamus, senza però tralasciare alcune perché, ai livelli di percezione mentale raggiunti dal profeta, può attingere al grande inconscio universale ( a cui, tra l’altro, attingono i poeti). La parola trasmette il suo significato in virtù della semantica, ovvero il senso di cui la parola contiene il seme. Essa possiede, grazie ai suoni, alla voce, al verbo pronunziato, una potenza enorme di intercettamento nella mente di coloro che l’ascoltano, la leggono, la meditano. Un unico nome designa più cose nelle varie lingue grazie alla combinazione tra la fonetica (suono), che acquista per ogni nazione e lingua sfumature, immagini, imbracature di significato particolari e riferimenti poliedrici. Possiamo quindi verificare come un solo termine, analizzato secondo il metodo kronosemantico (esame e comparazione con una matrice plurilinguistica) acquisti riflessi potenti, estensioni, disintegrazioni di una energia significatrice. Il nucleo iniziale del nome porta a nominare, elencare, creare una reazione nucleare che si espande con svariate concatenazioni, enumerazioni, analogie debitamente dimostrate e provate in anticipo. Seguendo tale modello, vengono esplorati tutti i significati che ad una parola (logos) si collegano e dipanano in tutti i sensi.